Tutto può succedere? Ma per forza deve?

Fonte: TvZap

Non avrei mai pensato di scrivere un post come questo e in realtà lo rimando da un po', perché speravo di ricredermi, di poter dire che la mia era solo un'impressione.
E invece no, anche la mia Fiction preferita, la prima e forse l'unica nella quale leggevo la fatica della realtà affrontata sempre e comunque con il coraggio e la forza dei legami familiari e di coppia, ha ceduto all'esigenza del mercato secondo la quale una storia, per continuare a vendere puntate e vendersi al pubblico, deve necessariamente intrecciare le proprie vicende col fallimento dell'amore, con l'infedeltà che ancora una volta sembra essere l'unica miccia per riaccendere passioni e sentimenti altrimenti destinati a perdersi nel vuoto.
Nella prima serie ogni nucleo familiare era riuscito ad affrontare le difficoltà senza deviare dai legami importanti; su tutti Alessandro e Cristina (Pietro Sermonti e Camilla Filippi), che  erano riusciti ad affrontare l'adolescenza di Federica (Benedetta Porcaroli) come l'asperger di Max (Roberto Nocchi) dando all'unione di coppia e al progetto familiare l'importanza dovuta, ponendo al primo posto la voglia di esserci sempre e comunque l'uno per l'altra, di farcela insieme nella consapevolezza che, finché questo insieme esiste, tutto può essere affrontato. 
Mi ero illusa, avevo creduto che finalmente qualcuno, andando coraggiosamente controcorrente,  fosse riuscito a rendere uno specchio di una realtà che esiste e che molti di noi vivono quotidianamente.
Con un calcio a tutta la TV commerciale, sembrava infatti che si volesse gridare al mondo che la vita può essere appetibile e bella da raccontare nella sua straordinaria normalità, interessante e stuzzicante, anche senza intrighi, tradimenti e bugie.
La nuova serie, cancellando quasi con un colpo di spugna questa fiducia che era stata alimentata dalla prima, sembra invece affermare l'esatto contrario e cioè che la normalità è pura noia e che una storia per continuare ad essere interessante deve necessariamente deviare dalle regole, dal rispetto della fedeltà e dai principi etici e morali. Le nuove storie dicono a una mamma che ha appena partorito che la sua stanchezza e i suoi sbalzi di umore prima o poi daranno al compagno validi motivi per tradirla con la prima stangona che capiti a tiro, dicono alle donne che non possono più godere della maternità che la delusione può essere superata con nuove passioni amorose vissute fuori dal letto coniugale, che una ragazzina del liceo non possa vivere il proprio amore con un ragazzo senza soddisfare i propri desideri sessuali. 
Dicono, in poche parole, che non esiste l'amore vero, quello fatto di paziente attesa e di rispetto dell'altro, di pause e riprese, di incontri e di scontri, quell'amore che, nonostante tutto e nonostante tutti, resiste con forza al tempo.
Con questo, ovviamente, non voglio dire che nella realtà non accadano cose così, che le famiglie siano tutte unite e vivano nel pieno rispetto delle promesse reciproche e nella devozione alla fedeltà. Né mi permetterei mai di giudicare le coppie che, per una ragione o per l'altra, hanno ceduto alla debolezza di un momento difficile non riuscendo a trarre forza dalla propria stessa unione.
Quello che intendo dire è che nel mondo esistono anche coppie che continuano ad essere unite pur lottando ogni giorno  con problemi più o meno gravi, con dissapori e malumori il più delle volte innescati da elementi esterni  ma pericolosamente in grado di metterle in crisi, con la fatica di crescere i propri figli decorosamente e in salute (mentale e fisica). 
Sono coppie che hanno scelto di amarsi e di rinnovare in ogni momento il desiderio di stare insieme e di fare della vita un progetto comune, un progetto che prevede l'inserimento di nuovi elementi, un progetto che non sia statico e rigido, ma capace di crescere e adattarsi ai bisogni e alle esigenze di ognuno.
Quindi mi chiedo e vi chiedo: non è altrettanto degna di essere raccontata la vita di queste coppie? Perché si continua a pensare che una storia d'amore duratura e salda smette di essere narrativa? Davvero tutto può succedere? Non possiamo proprio permetterci di credere in qualcosa che sia per sempre?

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