Gli altri, stilisti del mio comportamento

Fonte: Enrica Porta, Fashion Designer
Tempo fa, con i nostri ragazzi del gruppo giovanissimi, abbiamo riflettuto su quanto ogni singola relazione in cui siamo coinvolti lasci un segno più o meno importante e più o meno indelebile sulla nostra personalità, sui nostri atteggiamenti nei confronti delle persone e della vita in generale.
Come se fossero un team di stilisti, gli altri di cui siamo circondati disegnano l'abito che strada facendo ci costruiamo addosso, e che nel tempo può essere modificato, può presentare delle lacerazioni a cui sarà necessario mettere delle toppe, può richiedere varianti per adeguarsi ai tempi e alle nuove eventuali relazioni che nascono e crescono.
Ecco quindi che un amico può disegnare per noi una T-shirt sgargiante e allegra, piena di fantasia, mentre un altro può lasciarci addosso una cintura troppo stretta che finirà per non farci respirare. C'è chi può regalarci indumenti comodi da indossare con serenità in ogni situazione ma anche chi può somigliare a un maglione di lana irritante e pruriginoso.
Ogni relazione, quindi, in proporzione alla sua importanza e all'intensità del rapporto emotivo e affettivo che ne costituisce il collante, lascia tracce significative, per cui noi possiamo ringraziare qualcuno per avere alimentato la nostra allegria e spensieratezza mentre possiamo individuare in altri la causa della nostra perenne sfiducia o del nostro carattere a tratti scontroso.
I nostri pregi e i nostri difetti dunque non sono sempre (e solo)  merito o colpa nostra ma nascono da una continua interazione, più o meno positiva, con gli altri e con il contesto sociale in cui trascorriamo la nostra quotidianità.
Rientrando nella metafora dell'abito, io penso che oltre a quelli "basici" che indossiamo perennemente, e che possiamo assimilare alla nostra personalità, ci sono indumenti e accessori che indossiamo in maniera temporanea in base all'ambiente e alle persone che ci troviamo davanti che si traducono in comportamenti e atteggiamenti che non sempre ci contraddistinguono.
Ecco quindi che siamo capaci di indossare collane sgargianti e divertenti con chi le sa apprezzare, ma anche cappucci e occhiali scuri con chi non sarebbe comunque in grado di scrutarci a fondo. Riusciamo a essere simpatici e frizzanti con chi lo merita mentre riusciamo a diventare insopportabili e, a tratti, maleducati, con chi invece sembra predestinato ad un unico, insopportabile, ruolo: fare uscire il peggio di noi.
Faccio un esempio.
Io, per natura, sono molto socievole e raramente metto il broncio alle persone, tanto che anche una pietra sarebbe in grado di trovare argomenti di discussione con me che, oltretutto, non conosco alcuna forma di timidezza. 
Sempre la mia natura, però, mi porta a dare il peggio di me con chi sin dall'inizio si pone in maniera sbagliata e, soprattutto, sembra vivere nella costante ricerca di motivi di scontro. In questo caso, lo ammetto, l'abito che indosso somiglia più a una corazza da soldato del medioevo che a un simpatico e svolazzante abitino di cotone, e ogni movimento che faccio potrebbe colpire il malcapitato lasciando di me brutti ricordi.
Per fortuna, generalmente, le corazze che indosso sono, come dire, abiti usa e getta, perchè, grazie al cielo, sono pochi quelli che riescono davvero a farmi trasformare nella peggiore me stessa.
Quindi, per concludere, mi tengo cari  i miei abiti basici, fatti di colori e sfumature di grigio, capaci  di coprirmi e regalarmi il giusto calore quando serve e  rendermi fresco sollievo quando il clima è scottante.
Per gli accessori usa e getta, beh.. per quelli casomai chiedo consiglio al mio amico Junker!


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