Una domenica dai nonni

Buon pomeriggio...
In realtà il mio organismo chiede con insistenza spiegazioni circa il furto di un'ora di sonno.
Le palpebre, come se si fossero abbuffate di cibi ipercalorici, pesano quintali, la testa ciondola e i movimenti del corpo sono estremamente lenti e inadeguati.
Molti certamente avranno avuto la possibilità di recuperare un po' ieri; l'ora legale arriva appositamente di domenica, per evitare che gli impegni scolastici o lavorativi possano rendere faticoso il cambiamento e per dare all'organismo la possibilità di assestarsi prima di iniziare una nuova settimana.
Molti.... tranne noi, che per non farci mancare nulla abbiamo scelto proprio la data di ieri per un ritiro con i giovanissimi che ha avuto inizio alle nove.
I bambini, consapevoli che l'età minima dei presenti avrebbe superato la loro almeno di tre anni e che non sarebbero stati  coinvolti direttamente nelle attività, hanno deciso di non venire con noi, per cui si sono preparati armi e bagagli e si sono fatti accompagnare dai nonni.
Armi e bagagli... non esagero... come se, invece di dover girare semplicemente l'angolo ed entrare nel portone di un altro condominio, dovessero partire per una guerra in terre lontane.
Nello zaino hanno infilato tutto il necessario per sopravvivere fuori casa per un po' di tempo, e i discorsi che facevano durante i preparativi lasciavano presagire che si sarebbe trattato di un tempo lunghissimo.
Luca, col suo solito tono da Apocalisse, incitava sua sorella a non dimenticare nulla di importante «perchè oggi rimarremo dai nonni molto più di quanto non ci siamo mai stati», come se fosse imminente un abbandono di cui noi, però, non eravamo a conoscenza.
Durante il tragitto (circa 100 metri), mentre loro camminavano con il passo  rallentato, tipico delle scene cinematografiche in cui gli eroi partono per una mission impossible, non ho potuto fare a meno di fare le solite raccomandazioni da mamma:
«Sara, mi raccomando, comportatevi bene, non fate disperare la nonna e soprattutto non litigate».
Risposta di Sara: «Mamma non preoccuparti, nello zaino abbiamo tutto l'occorrente per non litigare».
Pausa di due secondi, nei quali la mia mente cercava di capire e visualizzare quell'occorrente.
Sara, per non lasciarmi nell'incertezza ha proseguito:
«Mi sono portata le ciabatte!».
Io ancora mi sto chiedendo cosa volesse dire, probabilmente era una frase in codice che io non ho saputo interpretare
Secondo qualcuno voleva rassicurarmi che, in caso di conflitto, avrebbe usato le morbide ciabatte, piuttosto che lanciare pesanti scarpe da ginnastica in testa al fratello.
Qualunque cosa volesse dire, di certo quell'occorrente corrispondeva pienamente al loro concetto di kit per la sopravvivenza fuori casa. Quando verso le cinque siamo andati per riprenderli, infatti, ci hanno rispedito a casa perché eravamo arrivati troppo presto secondo i loro piani, e ancora dovevano concludere la partita a scopone scientifico con i nonni.
Perplessi, ma sollevati dalla loro implicita autorizzazione ad andarci a riposare un po', siamo tornati a casa e siamo andati a riprenderli verso sera.
Come se si fosse trattato di una gita in luoghi ameni e sconosciuti, Sara ha poi commentato: «Mamma, oggi è stato bellissimo a casa dei nonni, la prossima volta possiamo dormire da loro per due-tre giorni?».
Ci si può pensare...
Ma mi chiedo: che valigie serviranno per più di 24 ore?

 

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