La risata convulsiva

Buongiorno a tutti!
Cosa avete pensato leggendo il titolo di questo post?

-Prima ipotesi: Elisa deve essersi giocata gli ultimi neuroni disponibili inseguendo gerundi e atleti;

-Seconda ipotesi: prendendo spunto dai suoi figli, linguisticamente creativi, deve aver confuso il termine "convulsivo" con qualche altro misterioso termine, magari simile per suono;

-Terza ipotesi: la primavera e l'ora legale hanno su di lei effetti collaterali tali da indurla a parlare a vanvera, non prestando attenzione al contenuto semantico delle parole.

Non escludo del tutto che tutte queste ipotesi potrebbero trovare fondamento scientifico e potrebbero anche giustificare in parte la scelta di questo titolo.
Nonostante questo, però, proverò a dimostrarvi che la risata convulsiva esiste e che può essere anche molto pericolosa.
Il dizionario Treccani ci dice che convulsivo vuol dire «accompagnato da convulsioni o in genere da un brusco scuotimento e da contrazioni delle membra» e definisce la convulsione anche come una "manifestazione violenta" di riso o di pianto.
Senza saperlo, dunque, ho utilizzato un termine del tutto pertinente per raccontarvi alcuni episodi di risata convulsiva che mi sono capitati.
Per "risata convulsiva" intendo quella che nasce in contesti molto formali o che comunque richiedono un contegno e un silenzio esemplari. La causa scatenante, che può non essere oggettivamente e universalmente riconosciuta come "comica" e quindi degna di grasse risate, innesca di solito una reazione incontrollabile che, soprattutto, coinvolge a catena gran parte dei presenti.
Le manifestazioni (che possono  variare per durata e intensità) sono più o meno queste: 
1)scuotimento generale del corpo assolutamente impossibile da contenere;
2) incapacità di guardare negli occhi la persona che sta accanto senza esplodere ulteriormente;
3) produzione involontaria di gridolini assolutamente inadeguati al silenzio del momento;
4) discesa copiosa di lacrime che, accompagnate ai singhiozzi, fanno temere ai presenti (soprattutto quelli che non sanno perché si sta ridendo) una preoccupante crisi di pianto per la quale  prestare immediatamente soccorso.
Come dicevo,  la durata e l'intensità di queste manifestazioni può variare da persona a persona per cui può esserci chi riesce a tornare subito composto riprendendo la parvenza di persona rispettabile ed educata, come può esserci chi, come me, non riesce più ad uscirne, rischiando di essere considerata maleducata o, peggio ancora, di essere ricoverata in neuropsichiatria. Anche i gridolini, poi, possono variare da persona a persona e raggiungere tonalità comprensibili solo ai delfini.

I contesti in cui generalmente mi capitano queste crisi di risate sono:
a) il lavoro: in più di un'occasione, quando lavoravo in equipe, mi è capitato di esplodere con le mie colleghe durante i colloqui con i genitori dei bambini a causa di una frase sbagliata o di una gaffe, ambito in cui  soprattutto una di noi sembrava essersi allenata appositamente per dire la cosa sbagliata al momento sbagliato;
b) le riunioni di programmazione in parrocchia: in alcune occasioni la crisi ha reso la riunione assolutamente improduttiva per incapacità assoluta di placare le convulsioni e riprendere la discussione dal punto in cui era stata interrotta;
c) i momenti liturgici.
Quest'ultimo punto merita un approfondimento maggiore, poiché le "peggiori" e più visibili crisi mi sono capitate nei momenti di silenzio e di raccoglimento spirituale. L'ultima, recentissima, durante una liturgia penitenziale (immaginate il contesto, quindi): un semplice errore durante un canto, ci ha fatto partire con una risata che, mentre gli altri sono riusciti a placare immediatamente, in me è stata assolutamente incontenibile scatenando tutti i punti elencati poco fa. I canti liturgici, in realtà, ne hanno causate tante di risate convulsive: quelli delle lodi mattutine intonati in un'ottava sconosciuta agli esseri umani ma anche quelli talmente stonati da fare perdere ogni lucidità, inducendo una di noi a confondere i ruoli e dire, a conclusione della Messa: «Andate in pace!» al posto del sacerdote (in certi casi anche lui responsabile di intonazioni non proprio ineccepibili).
Infine, anche la contaminazione linguistica spesso fa la sua parte e un episodio su tutti merita di concludere questo post.
Contesto: veglia del Giovedì Santo, lettura dei brani relativi alla Passione di Cristo.
Atteggiamento richiesto: occhi bassi e compostezza legati alla consapevolezza dei peccati del mondo, causa dell'imminente morte di Cristo.
Il lettore, condizionato fortemente dalla dilagante pronuncia inglese di termini anche derivanti dal latino, ha chiamato uno dei Dodici Saimon Pietro, trasformando nelle nostre menti l'immagine che avevamo davanti: in un attimo, gli Apostoli hanno assunto le sembianze dei Duran Duran, e Pietro si è travestito del  chiodo e del ciuffo del loro leader Le Bon.
Potevamo secondo voi evitare una risata convulsiva?

Commenti

  1. Risate convulsive? A fiumi! Come direbbe mia figlia..che per non perdersi le gioie del contagio convulsivo mi registra!

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    1. Avrei voluto inserirlo uno di questi video, mi sarebbe anche bastata una foto, ma io sono rispettosa della gente che riesce a raggiungere certe tonalità da delfino!

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