La felicità

Buon pomeriggio.
Oggi vorrei parlarvi di felicità.
Senza farlo apposta, il compito d'inglese di mia figlia propone il verbo essere nelle due varianti: I am happy  e I am sad.
Si tratta assolutamente di una coincidenza, poichè in realtà lo spunto per queste riflessioni me lo ha dato Massimiliano Di Nicolantonio, altrimenti conosciuto come Max Dejavu,  blogger o, come si definisce lui stesso, «un poco scrittore e un poco blogger. Un po' tecnico e un molto padre». 
Ieri, infatti, sul suo profilo Facebook, ha pubblicato questa domanda da un milione di euro: 

«Per voi, cos'è la felicità?».

Si tratta di una di quelle domande talmente difficili da sembrare retoriche, tanto che per rispondere partirei proprio da questa riflessione: la felicità è tanto più possibile da sperimentare quanto meno la si consideri retorica.
Troppo spesso, infatti, si cerca di definirla in termini astratti, al punto che poi non si è più in grado di trovarla nella propria quotidianità, e si preferisce giungere alla conclusione, affrettata, che essa non esiste.
Solo nel momento in cui si riesce a umanizzarla e a identificarla con piccoli o grandi aspetti della propria vita concreta, allora la si può riconoscere e apprezzare.
Ecco dunque cos'è per me, in questo preciso momento della mia vita,  la felicità:
-  è la voglia di alzarsi la mattina, nonostante la noiosissima routine, sapendo che ogni giornata può nascondere piccole e grandi soprese;
- è il coraggio di fronteggiare le brutte soprese, di arrivare al dopo potendo affermare, a gran voce, «CE L'HO FATTA ANCHE STAVOLTA!»;
- è  accogliere le mille richieste della vita, dalle più banali, come le 182.000 domande giornaliere dei propri figli, alle più importanti, come il peso di una salute non proprio ottimale;
- è la capacità di trovare strade alternative e soprattutto la tenacia di continuare a cercarle, non perdendo mai la speranza che, da qualche parte, ci sia un posto anche per noi;
- è gioire dei successi dei propri figli, come una bellissima pagella, risultato di una grande fatica e di un impegno condiviso;
- è la possibilità di contare su qualcuno, sapendo di avere sempre un materasso morbido su cui cadere;
- è avere una fede, che ci faccia confidare in un Qualcuno più grande di noi a cui poggiarci qualora quel materasso non dovesse essere più così morbido;
- è godere del proprio tempo, arrivando a fine giornata con la sensazione di non averlo sprecato;
- è guardare  crescere i propri  bambini e chiedersi, ogni mattina, come se non li si vedesse da mesi: «Ma quand'è che sono diventati così grandi?»;
- è gestire ogni conflitto considerandolo motivo di crescita nei legami forti, e come possibilità di scegliere di abbandonare quelli che si sono rivelati inutili e dannosi;
- è la sensazione di aver scelto la persona giusta come compagno per la vita, giusta nei pregi ma anche nei difetti;
- è ironizzare sui piccoli grandi disastri della quotidianità perchè, si sa, una bella risata ha sempre fatto un gran bene alla salute;
- è scrivere, scrivere, scrivere, per poter dare alle proprie esperienze il sapore di una favola, e perchè un giorno, rileggendole, si possa ridere di quelle belle, ed essere orgogliosi per aver superato quelle brutte.
E dopo avervi raccontato le mie risposte,  giro a voi la domanda di Massimiliano:  

«Per voi, cos'è la felicità?».

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