La Messa domenicale: dal Kyrie allo Zecchino d'oro

Buongiorno a tutti e buon lunedì!
Per inaugurare la settimana voglio porvi qualche domanda: avete mai partecipato ad una celebrazione liturgica con i vostri pargoli? Dopo averlo fatto, avete continuato ad essere bravi genitori cattolici praticanti? E, ancora: avete mai dovuto subire gli sguardi un po' divertiti e un po' indignanti della gente che tenta di immedesimarsi spiritualmente nella celebrazione e non ci riesce a causa vostra? E infine: avete mai captato negli sguardi delle persone il profondo desiderio di cacciarvi fuori?
Divertendomi a immaginare le vostre risposte, vi racconto un po' la mia esperienza.
Dopo aver militato per anni in varie parrocchie come animatori ed educatori e aver partecipato alle messe domenicali con una certa assiduità, da qualche anno (quattro, per essere precisi) io e mio marito siamo diventati, inspiegabilmente per qualcuno, latitanti: partecipiamo raramente alle funzioni religiose, e tremiamo quando sappiamo di dover partecipare ad un matrimonio. Sebbene le spiegazioni potrebbero essere superflue, voglio ugualmente rendervi partecipi delle motivazioni  profonde che stanno alla base del  nostro improvviso cambiamento di abitudini.
La nostra presenza in Chiesa durante una celebrazione liturgica si è trasformata da momento di riflessione e arricchimento spirituale, a occasione per mettere a dura prova la pazienza nostra...e degli altri! 
I nostri "angioletti", infatti, devono aver male interpretato la destinazione d'uso del luogo sacro: da luogo di riflessione e preghiera si è trasformato in piazza pubblica, parco giochi, pista di atletica, sala da ballo e palcoscenico teatrale! Ignari delle nostre raccomandazioni e dell'invito a fare silenzio e stare fermi nel proprio posto, non perdono occasione per rincorrersi, parlare ad alta voce, sdraiarsi per terra e percorrere, come in una passerella del pret a porter, la navata centrale! Tutto questo, ovviamente, comporta per noi rincorse per acchiapparli prima che salgano sull'altare, tentativi ripetuti di ammansirli, continue flessioni per raccoglierli da terra e, cosa molto faticosa da gestire, sorrisi imbarazzati e di scuse rivolti alla gente che ricambia il sorriso pur desiderando fucilarci. Se aveste modo di vederci alla fine di una comune messa domenicale, avreste l'impressione di trovarvi davanti due corridori che hanno appena completato il tour de France e sono arrivati ultimi poichè leggereste nel nostro sguardo la fatica estrema e la delusione per non avere ottenuto il risultato sperato.
Sfido chiunque, perciò, a mettere in dubbio le ragioni della nostra latitanza.
Da circa due mesi, però, io ho ripreso a frequentare regolarmente. Dopo diversi anni, infatti, ho ritrovato la mia ex insegnante di pianoforte che, più folle di quando l'avevo vista l'ultima volta, ha ben pensato di propormi come organista nel santuario che le ha affidato la direzione del coro per l'animazione liturgica. Trovandomi forse ubriaca o reduce da una delle mie nottate, o in preda al desiderio di "cambiare musica", ha ottenuto la mia approvazione, per cui dal 25 Dicembre, ogni domenica, suono l'organo per la messa, passando da un Agnello di Dio a doppia interpretazione (nel senso che io ne suonavo uno e il coro ne cantava un altro) a inceppamenti vari delle mie dita che, ogni tanto, rifiutano ogni forma di collaborazione. Ma tralasciando i miei grandi successi, voglio raccontarvi, per concludere, quello che è successo sabato.
A due mesi esatti dal mio "debutto", ho proposto a Samuele di accompagnarmi e di portare con noi, per la prima volta, la prole. I coristi erano contenti della mia decisione, perchè speravano da tempo di conoscere i miei bimbi e hanno anche provato a convincermi a farli salire in cantoria. 
Dopo poco hanno compreso il motivo della mia disapprovazione, poichè hanno sentito le corse e i saltelli dei bambini che avrebbero messo a dura prova la stabilità del soppalco.
Essendo su, non ho idea di cosa abbiano pensato i presenti, nè delle espressioni mortificate di mio marito, ma sono pienamente convinta che il sacerdote abbia apprezzato molto la presenza dei miei cuccioli. Soprattutto quando Sara ha deciso di arricchire la celebrazione con un nuovo canto liturgico; dopo l'offertorio, nel silenzio generale, ha ben pensato di intonare a gran voce la sua canzone preferita: «VOLEVO UN GATTO NERO, NERO, NERO!!!».
Secondo voi, la curia avrebbe approvato?

Commenti

  1. si si.. secondo me la curia avrebbe approvato tanta spontaneità! :) Immagino le risatine dei presenti!

    Un saluto, Eleonora.

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  2. bellissima descrizione..hai dato l'idea..mi sono sentita presente...grande Sara...

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  3. SONO COERENTE HA QUELLO CHE HAI PUBBLICATO SOLO CHE NN TUTTI I SACERDOTI E NN TUTTI I FEDELI PIACE LA SPONTANEITA' DEI BAMBINI

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  4. mamma mia mi riconosco proprio anch'io come te ho smesso di andare a messa con mio marito a causa del comportamento d mio figlio, e adesso che sono due non voglio immaginare.. dopo tempo ci siamo ormai rassegnati ma rimpiangiamo tanto quella serenità che ci riempiva il cuore frequentando regolarmnete la messa. ritorneremo sicuramente!!

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  5. Il problema di tanti genitori la messa, andarci con i propri figli una cosa BELLISSIMA, poi magari un prete ti dice, lascia perdere venite quando saranno più grandi, ma Gesù diceva: Lasciate che i bambini vengano a me. Ma cosa voleva dire?????

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    1. Beh...a quanto pare il messaggio non è arrivato proprio a tutti...magari sarà stato solo un problema di connessione! Oppure semplicemente ognuno interpreta e assimila quello che vuole e come vuole!
      Noi continuiamo ad insistere, tra un canto dello Zecchino d'oro e tentativi ripetuti di aprire la porta del confessionale al sacerdote che attende penitenti!

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