Maternità irreversibile



Buongiorno a chi avrà voglia di leggere queste pagine e a chi vorrà arricchirle di commenti, proposte, segnalazioni e provocazioni.
Per prima cosa credo sia necessario presentarmi. Qualcuno già mi conosce, altri non sanno nemmeno chi sono, altri ancora preferirebbero non avermi mai conosciuto: insomma, un essere umano come tanti altri.
Mi chiamo Elisa, ho quasi trentaquattro anni e una laurea in scienze dell'educazione elegantemente incorniciata e appesa nel salotto dei miei genitori. Confido nella possibilità che qualcuno, un giorno, possa leggere quella pergamena e assegnarmi un posto nel mondo del lavoro.
Quasi sei anni fa ho sposato Samuele, esattamente dopo dodici lunghi anni di fidanzamento; credo sia per questo che alla fine i miei genitori e i miei amici hanno pensato di accendere i fuochi d'artificio! 
Ignari di ciò a cui andavamo incontro, abbiamo messo in cantiere due figli: Luca, quasi quattro anni, e Sara, due anni e tre mesi.
Il primo è un'aspirante filosofo che vive nella speranza che dopo il sabato venga la primavera e, nell'attesa, cerca riparo per la notte sotto il tavolo della cucina.
La seconda, spirito libero e innata passione per il pericolo, stenta ancora a parlare italiano ma insiste sulla necessità di premere "Play" quando vede in tv il menu di un dvd.
Questo blog vuole essere una raccolta di pagine di ricordi e appunti sulla maternità e per questo ho deciso di chiamarlo diari motherni. Mi piace giocare sulla parola "motherno" che rimanda sia alla modernità della forma e dei contenuti di un diario virtuale che al concetto locale e globale di maternità vissuta  sofferta nei tempi moderni.
Sin dal primo test di gravidanza (che ancora conservo) ho capito di essere stata colpita da una sindrome comune a molta gente che ho deciso di chiamare maternità irreversibile: come ho già detto in altra sede, infatti, penso che la maternità sia un processo che non ammette ripensamenti e non prevede la possibilità di tornare indietro: «Si può smettere di fare lo studente, si può scegliere di non fare più la casalinga per fare la commessa, l’avvocato, l’insegnante…… ma non si può smettere di essere mamma. Spesso le riviste sull’argomento incoraggiano le neomamme a “ritagliarsi i propri spazi”: giustissimo, ma non bisogna mai dimenticare che saranno sempre degli spazi un po’ affollati perchè i figli ne faranno sempre parte sia che si trovino in un’altra stanza, in un altro paese o in un altro continente». 
Consapevole di questo, cerco di fare del mio meglio per sopravvivere lottando, con tenacia e convinzione, contro Tanta polvere da sfamare un intero villaggio.

              

Commenti

  1. sono la prima?? uh, che emozione!! che dire cara mamma... in bocca al lupo! un bacio a te e tutta la ciurma!

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  2. Wow...mia prima risposta ad un commento! Che emozione!!
    Crepi!!!!!!!! Un bacio.

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  3. Io ti seguirò sicuramente...lo sai che sei la mia mamma blogger preferita!

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  4. di pagine sulla maternità in rete ce ne sono tante ma lo stile, la passione e la spontaneità con cui scrivi i tuoi racconti sono decisamente unici! sarà perchè hai due fonti di ispirazione speciali come i tuoi figli? sarà... Sta di fatto che leggere delle vostre avventure regala un sorriso e uno spazio per confrontarsi.
    In bocca al lupo per questo blog e buon diario! Augurando a tutte le mamme di incapparci prima o poi...
    Eugenia&Emma(3m+)

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  5. ehheeheh io arrivo proprio in ritardo !!!
    in primo luogo perchè solo ora approdo qui e in secondo , perche sono una mamma vecchia ... i miei due bambini hanno, ora, 23 anni la prima e 21 il secondo.
    però posso certamente avallare il fatto che madri si diventa e non si smette mai più.
    vivo a duecento chilometri di miei ragazzi, ma il mio pensiero li segue sempre, non preoccupata, ma perchè sono parte integrante della mia vita.
    Mi piace il tuo modo di scrivere, mi piace il modo in cui ci siamo conosciute e mi piacerà leggere questi tuo racconti che in qualche modo, caso mai ce ne fosse bisogno, riporteranno al presente il mio meraviglioso passato e la mia splendida esperienza di madre di quei due che una volta erano bambini, i miei. :)

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