Una quarantena di litigi al giorno

Buonasera a tutti: mamme, papà, figli, nonni, insegnanti e lavoratori di ogni categoria.
Prima di cominciare questo post, inevitabile e doverosissimo il  ringraziamento a ogni operatore sanitario che sta mettendo a repentaglio la propria vita per salvarne altre, per consentire all'Italia di rialzarsi dopo questa rovinosissima caduta.
Come la maggior parte degli italiani anche noi stiamo a casa, rispettando le disposizioni del decreto il cui scopo, che ancora qualcuno fatica a comprendere e interiorizzare, è quello di preservarci da una estinzione di massa.
Questa condizione mi ha spinto a riprendere le mie carissime pagine motherne perchè scrivere, come sapete, mi consente di esprimere emozioni, condividere esperienze, scaricare le tensioni.
Tensioni...
Come avrete intuito dal titolo del post, infatti, nel nostro ridente nucleo familiare le tensioni non mancano e sono diventate parte fisiologica della nostra reclusa quotidianità.
Vi basti pensare che il titolo mi è stato affettuosamente suggerito dalla mia piccola donna, che nel frattempo sbuffa accanto a me cercando di completare il suo dovere di studentessa "a distanza".
Ma proviamo ad andare per ordine e cerchiamo di elencare i principali motivi di queste tensioni:
1. la coesistenza forzata sotto lo stesso tetto  24 ore su 24, con al massimo un intervallo di circa 30 minuti per andare a comprare l'essenziale;
2. la totale reclusione dei "piccoli" di casa ai quali non concediamo neanche quei 30 minuti anche perchè, essendo reduci da una pesante influenza, hanno le difese immunitarie  quasi azzerate;
3. la didattica a distanza.
Rispetto a questo terzo punto provo a elencarvi pro e contro dato che, come sempre, occorre essere realistici ma non distruttivi.
Proviamo intanto ad essere costruttivi. 
I vantaggi, in effetti, non sono pochi, anche se come sempre sono i più difficili da individuare. Prima di tutto i ragazzi avvertono la presenza attiva dei propri insegnanti e mantengono un legame con il proprio universo personale nonostante la distanza. La composizione delle classi virtuali, inoltre, li mette anche in contatto con i loro compagni di classe, parte essenziale della loro socialità. La necessità di restituire agli insegnanti un feedback del lavoro svolto, inoltre, è importante per evitare che si adagino in una dimensione parallela di vuoto e nullafacenza. Perchè è vero che il tempo diluito è prezioso per dedicarsi alle proprie passioni (come ad esempio la lettura) ma è altrettanto vero che il prolungamento indefinito di questo "tempo libero" potrebbe diventare alquanto pericoloso: frenerebbe l'esercizio mentale e metterebbe a repentaglio la loro stabilità emotiva.
Ma per essere realistici non possiamo fare a meno di riflettere anche sugli aspetti meno piacevoli. Come ogni cambiamento, anche questo richiede continui adattamenti e  un continuo alternarsi di cinque fasi principali:
I FASEIL RIFIUTO La prima e incessante domanda dei miei figli è stata: «Perchè????» seguita da scontri e tentativi ripetuti di  convincerli che non si tratta di una facoltativa partita  a Brawl Stars ma di un diritto/dovere dal quale non possono esimersi;
II FASE: LA RASSEGNAZIONE che li ha portati  a dire «sì, ho capito, non posso scappare quindi fai di me ciò che vuoi»; 
III FASE: IL PORTALE. Come un varco verso una nuova dimensione si convincono ad aprire il registro elettronico per prendere nota del lavoro da svolgere. Dopo questa fase, il 99% delle volte si riscontra una repentina regressione che porta a rivivere drammaticamente le prime due (con l'aggravante che nel frattempo la mia quantità di pazienza  comincia ad esaurirsi notevolmente)
IV FASE: L'ESECUZIONE. Avendo raggiunto nuovamente uno stato di rassegnazione, finalmente riescono a rievocare gli spiriti della concentrazione e riescono a portare a termine i compiti assegnati; inutile dire che l'esecuzione del compito è accompagnata da una media di 90 «Mamma!!!!» al minuto che moliplicato per due fa 180 (e la mia pazienza nel frattempo...);
V FASE: LA CONSEGNA. La parte che sembrerebbe più semplice spesso si traduce in quella più faticosa e spesso reiterata all'infinito perchè la teconologia, preziosa e insostituibile, sceglie di non collaborare sempre nei momenti meno opportuni per cui un'azione che richiederebbe cinque miseri minuti, spesso si traduce in una mission impossible di durata variabile tra 30 e 50 minuti (e non sempre l'esito è quello sperato!).
Immaginate, quindi, la quarantena di litigi che colorano queste giornate a distanza dal mondo.
Se poi si aggiunge tra i reclusi anche il papà, beh... questa   uns storia che merita un capitolo  a parte!
 




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