Se mamma non c'è

Se mamma non c'è...
...il resto della famiglia balla, sul divano!
Domenica mattina, impegni diocesani mi portano a uscire di casa alle otto.
Questo merita una digressione:  immaginate quanto sia dura, dopo una settimana intensa, dopo una giornata come quella di sabato, passata a combattere con virus che ormai avevamo dimenticato, sentire suonare una sveglia e ricordarsi che, pur essendo domenica, quella sveglia ce l'ha proprio con te?
Ho provato a ignorarla, a contrattare con lei un posticipo, a convincerla che avesse sbagliato giorno, ma senza successo: imperterrita ha continuato a strillare ricordandomi che entro un'ora avrei dovuto essere pronta, fuori dalla porta.
Il resto della famiglia, colpevole lo stato di salute di Luca, oserei dire "disfatto",  è rimasto a casa per tutta la mezza giornata.
Al mio rientro, intorno alle 14:00, quella disfatta ero io: emicrania alienante, e livello di lucidità pari a meno di zero, per cui la mia unica destinazione possibile era quel letto da cui mi ero separata con tanta tristezza la mattina.
Riemergendo dopo un paio d'ore dal mio torpore  da paracetamolo, ho cominciato a focalizzare il contesto domestico: credo che "campo di battaglia" sia la definizione più consona.
Ora, ammetto che possa essere anche il risultato di giorni e giorni in cui  posso aver trascurato un po' di faccende per dedicarmi al mio blog, e ad altre mille attività extra domestiche, ma è anche vero che una mezza giornata senza mamma lascia sempre delle tracce.
Perchè il marito, pur essendo a suo modo collaborativo resta, sempre e comunque, un marito.
La biancheria, che in questi giorni non sono riuscita a piegare e sistemare nei cassetti, continua a giacere dove l'ho lasciata, come quella pulita in lavatrice, che vi è rimasta perchè a lui la lavatrice era sembrata vuota.
Tralascio il resto della casa sul quale, come dicevo, ammetto le mie personali responsabilità, ma su una cosa non posso sorvolare: i piatti del pranzo.
Appena mi sono resa conto che il lavello continuava ad ospitarli nonostante fosse tardo pomeriggio, ho chiesto spiegazioni al mio dolcissimo marito, che con il candore di un cucciolo di cicogna, mi ha risposto che già stamattina aveva lavato quelli di ieri sera, come se da prescrizione medica potesse occuparsene una volta al giorno, onde evitare misteriosi effetti collaterali.
Questo mi fa riflettere su una cosa fondamentale, che mi sfianca da un lato ma dall'altro lato mi lusinga: il lavoro di una mamma, anche quello fatto a metà, quello non proprio perfetto, è sempre insostituibile, e talmente latente che può venire fuori solo quando la mamma, per qualche motivo, manca da casa.
Consapevole del post che stavo scrivendo, promessa (o minaccia) esplicita che gli ho lanciato dopo avergli fatto presente che ogni santo giorno io i piatti li lavo dopo ogni pasto, il mio maritino ha iniziato a sbucciare le patate e, come se stesse compiendo un atto eroico, ha indossato il suo sorrisino malefico e di chi cade sempre in piedi e ha iniziato a canticchiare Chiamami ancora amore
E come sempre, pur scatenando in me il desiderio di sbucciargli il candido visino, è riuscito a farmi ridere ricordandomi perchè continuo e continuerò a chiamarlo amore.

Commenti

  1. Mu chiedo se noi mamme siamo dotate di vista bionica. Capita anche a me, al rientro dal lavoro la sera, di trovare un campo di battaglia e non la casa che al mattino ho lasciato magari non pulita na di certo in ordine. E la candida risposta delle mie figlie o di mio marito, candidamente rivolti alla tv sul divano e' sempre la stessa "ma per me è tutto a posto..secondo il tuo ordine le cose non sono messe bene...ma per il mio va bene!". Sbaglio io ad avere la vista bionica!

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  2. Mi sa proprio di sì. Un modo sarebbe brevettare nuovi occhiali laser per marito e figli, chissà... magari che certi disordini nascosti tornerebbero alla luce!

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