Mercoledì: ancora o finalmente?
Buongiorno!
Per voi oggi è finalmente mercoledi o ancora mercoledi?
La domanda somiglia molto a quella del bicchiere mezzo pieno e mezzo vuoto.
Chi, come la mia principessa, esulta dicendo che finalmente è mercoledi, può apparire già stanco e stufo della settimana e proiettato verso la sua conclusione ma secondo me mostra, invece, un grande ottimismo: incoraggiarsi da sè puntando a un obiettivo gratificante, come il riposo domenicale (qualcuno dovrebbe svelare a mia figlia che questo riposo domenicale sarà pressochè inesistente almeno per un paio di settimane), è un modo per affrontare al meglio la parte centrale della settimana.
Chi invece, come me, avverte già una profonda stanchezza, associata a un senso notevole di improduttività, si sente incastrato in questa collocazione mediana al punto da percepire la domenica come un miraggio lontano e irraggiungibile.
Inutile elencarvi i motivi che mi fanno sentire poco produttiva, ma la stanchezza di certo non mi aiuta a migliorare le cose.
In questo periodo ne combino più o meno una al giorno: continuo ad avere un rapporto complicato con la candeggina che, non si sa perchè, mostra sempre notevole interesse per i miei capi di abbigliamento, e la mente è talmente affollata di pensieri che a fine giornata mi trasformo in un automa che compie gesti e azioni assolutamente privi di senso.
L'altra sera, ad esempio, ho accompagnato i bambini da mia madre poichè sia io che Samuele eravamo impegnati in una riunione; sapendo che Sara voleva i toast, ho detto a mia madre di non preoccuparsi poichè io le avrei portato il pancarrè comprato il giorno prima.
Il gesto compiuto era quello giusto: dirigersi in dispensa, prendere il pacco, collocarlo in una busta e consegnarlo a Sara prima di salutarla.
Alla fine della riunione, quando sono andata a riprendere i bambini, nonna e nipote mi hanno guardata con tenerezza e rassegnazione e mi hanno chiesto che tipo di toast avrebbero potuto preparare con i biscotti ai cereali del Mulino Bianco...
Dopo un minuto di schock, ho realizzato che il gesto meccanico di prendere il pacco non è stato accompagnato dalla connessione neuronale indispensabile per comprenderne il contenuto.
Per fortuna la nonna ha sempre delle scorte e la mia bambina ha potuto mangiare quello che desiderava, nonostante me. La mia cucciola, poi, riesce sempre a indorare la pillola, poichè, sempre adulatrice e innamorata, ci ha tenuto a sottolineare che sono la mamma migliore del mondo, anche se ho scambiato il pancarrè con i biscotti.
Anche Diari Motherni, poveretto, risente dei miei piccoli e quotidiani disastri.
Ieri ad esempio, dopo una mattinata di lavoro per ricrearne il look, ancora da sistemare in alcuni dettagli, mi sono accorta di aver fatto sparire il tasto del "mi piace" inserito con grande fatica la scorsa settimana.
Non so cosa sia successo, ma come per magia il codice dei plug in che avevo inserito è sparito e, cosa ancora più bella, non riesco a ritrovare il punto esatto in cui inserirlo.
Per chi non fosse del mestiere, provate a immaginare cosa significhi cercare una parola all'interno di un'infinità di parole identiche o simili, in mezzo a simboli e codici apparentemente senza senso che dopo un paio d'ore ti fanno vedere le stelle e girare il mondo attorno. Un po' come perdersi in una città tutta uguale e senza punti di riferimento e non riuscire più ritrovare la strada del ritorno.
Ma io non mi arrendo e ci riprovo...
Che dite, ce la farò?
Nel frattempo vi chiedo: «Per voi è ancora o finalmente Mercoledì?».
Commenti
Posta un commento