Le notti non finiscono
Le notti non finiscono, all'alba nella via, e poi mi trovo a scrivere, chilometri di ....
...chilometri di risonanze di una notte infinita come quella appena trascorsa!
Pensavate a qualcosa di romantico? A una dedica innamorata al mio maritino?
Mi spiace deludervi, ma oggetto della mia dedica è proprio la nottata infinita da cui sono reduce.
Per colpa di un raffreddore impossibile o, come una mamma ieri mi ha fatto pensare, di una incipente allergia stagionale, il povero filosofo che poeticamente sostiene che dopo il sabato venga la primavera, ha starnutito una quantità di volte che, chiedo scusa, non sono riuscita a contare.
Come potete bene immaginare il meccanismo innescato è stato il seguente: difficoltà a respirare-starnuti compulsivi-esigenza di fazzolettini-difficoltà a respirare- starnuti complusivi-...
In questo percorso circolare, ovviamente, riprendere sonno era assolutamente fuori discussione, perchè il malessere impediva a Luca di rilassarsi e quindi di riaddormentarsi.
Come sempre in questi casi ciò che emerge maggiormente è l'amore materno (tranquilli, domani è la festa del papà e rimedieremo con messaggi amorevoli e dolcissimi) che nelle ore notturne, come vi ho detto in più occasioni, si amplifica e supera ogni stanchezza.
Io, che da almeno un'ora avevo ignorato il MIO bisogno di andare in bagno per la stanchezza e l'incapacità di mettermi in posizione verticale, alla prima richiesta (o la seconda....non ricordo...ma sono semplici dettagli) di Luca di procurargli un vagone di fazzolettini e un bicchiere d'acqua, sono saltata in piedi e ho eseguito la consegna (scusate ... risento ancora del trauma dei contorni degli aggettivi qualificativi!).
La soddisfazione del bisogno di Luca, però, non è stata immediata, poichè al mio ritorno in camera, sfiancato e distrutto, il mio ometto era crollato in un sonno apparentemente profondo, salvo poi ravvedersi e chiedermi con tono di rimprovero perchè non gli avessi portato l'acqua che aveva chiesto.
Per fortuna senza la forza di reagire, ho risposto amorevolmente che l'acqua c'era, ma lui si era momentaneamente assentato...
Dopo un bel po', rasserenato dall'acqua, dalle mie carezze e, fortunatamente, dall'interruzione della sequenza di starnuti, LUCA si è addormentato...
Io...
NO...
Come se il risveglio notturno portasse con sè la maledizione dell'insonnia senza ritorno, rimescolando pensieri, opere e missioni da compiere, Morfeo non mi ha più voluto accogliere tra le sue braccia, mentre tutti gli altri dormivano e russavano, compreso il marito, ovviamente, che con grande simpatia mi aveva addirittura aspramente rimproverato per avere avanzato l'ipotesi dell'allergia, posseduto dall'essere indefinito che puntualmente dimora in lui nelle ore notturne.
Morale della favola: l'unica a contare pecore sfuggenti sono rimasta io, e vi assicuro che ancora, a metà mattinata, mi chiedo: «Come mai?».
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