Aiuto, adolescenti in casa!

Dopo più di un anno di silenzio provo a chiedere il vostro aiuto, se possibile.
Non trovo più i miei bimbi, piccoli e divertenti ispiratori di questo blog.
Cerco dappertutto, ma non riesco a ritrovare il piccolo e biondo filosofo giurista che proclama sentenze con vocina stridula, nè la pricipessa dal cuore rosa che scala pareti attrezzate.
Trovo una vaga somiglianza con due ragazzi  adolescenti che abitano tra le mura di casa mia, ma fatico a credere che possano essere gli stessi che mi ballavano sulla pancia fino a poco più di un anno fa.
Il ragazzo biondo che vive in casa ha ormai una voce tendente ai toni bassi (ancora instabili e incerti) e ha superato il metro e 60, costringendomi a sforzare le mie provate cervicali per guardarlo negli occhi. Continua ad essere incline alle profonde riflessioni da vecchio filosofo e a lottare contro le ingiustizie, con l'aggravante adolescenziale di possedere una percezione molto soggettiva e personale del concetto di ingiustizia. 
Al momento è ingiusto per lui: 
a) sistemare le sue cose non rispettando la sua, infinita e insormontabile, stanchezza di povero studente stressato;
b) concedere favori ai familiari senza brontolare frasi del tipo: "sempre a me vero? l'altra no?" (dove per "altra" si intende, ovviamente, la sua povera sorella)
c) affrontare con impegno tutte le materie di studio in programma: non capisce il valore esistenziale di alcune di esse e, soprattutto, non accetta di doverle studiare  per forza;
d) impegnarsi ad adeguare il suo guardaroba alla sua crescita sfrenata uscendo a fare compere: ignaro dei meccanismi di lavaggio e asciugatura, particolarmente complessi in questi mesi di pioggia, pretenderebbe di limitarsi a un capo completo o al massimo due, evitando così giri e prove stressanti.
Ma passiamo all'altra...
Essendo, come sapete, molto vicina per età al fratello, mi sta facendo il preziosissimo dono di vivere annessi e connessi del trambusto adolescenziale comtemporaneamente a lui, con cui condivide una comune tendenza all'instabilità emotiva e alla risposta irriverente.
Più alta di me anche lei (facile a dirsi, difficile da elaborare!) ha perso molte delle sue sfumature di bambina e mostra anche lei il ripudio per alcune ingiustizie imputabili all'insensibilità dei cattivissimi adulti.
In particolar modo, lei rifiuta:
a) la pretesa (mia, del padre, o di qualunque altro adulto) di scegliere abiti e accessori al posto suo: lady di ferro come sempre, ha dei gusti chiari e precisi e, soprattutto, cerca in tutti i modi di farmi capire che quello che è bello per me non necessariamente deve essere bello per lei;
b) la fatica dei lavori domestici, esattamente come il fratello invocando, però, piuttosto che la stanchezza, il diritto di essere trattata come lui: dimostrando capacità infinita di girare tutto a suo uso e consumo, utilizza a suo favore il mio sforzo educativo mirato a fortificarla come donna e, soprattutto, come essere umano con  pieni diritti e merievole di pari dignità;
b) la distinzione dei compiti tra femminili e maschili: per coerenza con quanto detto prima, si irrita (a ragion dovuta, direi) quando non le permettono di falciare rami in campagna o eseguire altri lavoretti "da maschio" rivendicando il diritto a usare e sfruttare al meglio la sua, notevole, per altro, forza fisica.
La tempesta ormonale, poi, li unisce in una sfrenata e incontenibile passione per il cibo, che è diventato per entrambi principale e  insostituibile ragione di vita.
Altro elemento comune, che me li fa adorare nonostante tutto, è il loro senso del dovere e la loro trasparenza che li porta, almeno finora, ad essere sinceri o, perlomeno, incapaci di nascondere a lungo qualcosa. 
Il nostro dialogo, fino a questo punto della loro crescita, continua ad essere meravigliosamente aperto; passiamo, come penso e spero sia normale, da toni di voce pacati e riflessivi, a urla reciproche degne di animali selvatici a cui seguono musi più o meno lunghi e sguardi fulminanti che, generalmente, vengono placati entro sera.
Inutile negare che questa loro fase  sia un lunghissimo torrente molto turbolento e che noi, ancora e chissà per quanto, ci troviamo solo nella sua parte iniziale. Ma memori dei cuccioli che erano, e fiduciosi negli adulti che diventeranno, proveremo a percorrerlo ricorrendo se necessario a caschi e protezioni di ogni genere, sperando di riuscire a mantenere sempre la nostra fermezza educativa e a risultare sempre adulti credibili e autorevoli, nel rispetto dei loro bisogni di autonomia e nella capacità di aiutarli ad affermare le loro peculiarità e differenze.
Vi state chiedendo se ce la facciamo sotto?
Parecchio.
Inevitabilmente, e sconfinatamente parecchio.

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