Saluto i 30 e accolgo i 40

Inutile nasconderlo, ormai Facebook lo ha spifferato ai quattro venti senza pudore: ieri ho compiuto quarant'anni!
Sono entrata a pieno titolo, come molti hanno tenuto a sottolineare più e più volte, nel club degli "ANTA". Si tratta di un'anta da cui, a quanto pare, non si esce più.
A pensarci bene, infatti, gli altri anni con lo zero hanno tutti suoni diversi: dieci, venti, trenta.... ma da questo momento in poi ogni compleanno che completa una decade farà rima con anta.
Non che mi scoraggi all'idea, ma pensare di avere raggiunto un'età che da ragazzina associavo alla gente "molto" adulta mi fa una certa impressione. 
Per fortuna, però, ci sono gli amici a farmi coraggio....
Qualcuno, ad esempio, mi ha assicurato che tutto resta uguale a prima, a parte la necessità di aumentare la frequenza dei tagliandi... Mia cugina, che mi precede nel cammino della vita di un paio d'anni, mi accennava ad acciacchi vari  e ripetuti che senza preavviso e senza pietà si presentano, ti accompagnano per periodi più o meno lunghi e poi ti abbandonano all'improvviso quasi senza spiegazioni per lasciare il posto ad altri disturbi e cedimenti di varia natura.
Compiere quarant'anni è come passare un varco oltre il quale la necessità di raggiungere determinati obiettivi si impone come esigenza imprescindibile: trovare una sistemazione lavorativa stabile, raggiungere un certo equilibrio psicofisico, intravedere germogli di quanto si è seminato fino a questo momento. Lo sguardo verso il futuro non ha più il sapore di una sbirciatina curiosa nel telescopio puntato su un pianeta lontano e misterioso. Con i quaranta si sente il bisogno di guardare un futuro raggiungibile, tangibile e, soprattutto, realizzabile.
Non si ama più il condizionale, serve un indicativo deciso e preciso: non più vorrei, ma voglio, non più desidererei ma desidero. Aumenta il bisogno di concretezza e la sensazione che il tempo ha premuto sull'acceleratore e ci impone di prestare molta più attenzione alla strada che si percorre: non sono più ammessi sbagli o inutili deviazioni.
Compiere 40 anni impone anche uno sguardo indietro, un saluto alla decade appena conclusa alla quale si dedica una particolare attenzione e un'analisi credo inevitabile.
Il mio saluto alla trentina è nostalgico e pieno di gratitudine: mi ha reso madre, due volte, mi ha regalato intricati percorsi lavorativi che mi hanno aiutato a costruire un'identità  professionale che non vorrò mai più mettere in discussione, mi ha messo accanto belle persone  da cui continuo ad imparare giorno per giorno, mi ha messo alla prova, tante volte, ma mi ha anche insegnato a non arrendermi mai.
Per onorare i trenta e accogliere i quaranta ieri ho festeggiato e ho voluto accanto a me le persone che reputo più importanti e che volevo fortemente nel mio album di fotografie dei mitici 40. Qualcuna mancava (come lo zio lontano, troppo lontano) ma ci riserviamo di aggiungere appendici fotografiche...
Nel frattempo mi godo il ricordo di una serata speciale...
 

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