Sara e la linea del tempo

Sara ormai studia storia (sta crescendo, devo farmene una ragione, lo so).
Uno dei primissimi compiti che vengono assegnati ai bambini per comprendere la sequenza degli eventi e la loro collocazione nella linea del tempo  è quello di ricostruire i primissimi anni della propria vita, aiutandosi con fonti iconografiche (le proprie fotografie) fonti scritte (pagine di diari della mamma) fonti materiali (oggetti personali come giocattoli, oggetti personali, abitini o altro) fonti orali (racconti di adulti e familiari di riferimento).
Facilissimo, direte voi, specialmente per una come me che ha intitolato il proprio blog Diari Motherni.
E invece no...
Ho registrato in questi anni moltissimi episodi, dialoghi, strafalcioni linguistici, manifestazioni d'affetto e marachelle di ogni tipo ma, mannaggia a me, non ho mai, e dico mai, segnato le cose che una mamma normale in genere annota nei propri diari: altezza, peso, prime parole, e altre cose che adesso il libro di storia vuole sapere per ricostruire il suo piccolo passato.
Il libro di storia chiede insistente e io, mamma degenere, non so cosa rispondere.
Ricordo perfettamente le espressioni da monella, le sue scalate sul tavolo della cucina o la parete attrezzata, la sua passione sfrenata per il rosa e tutte le sue sfumature, ma non ho la più pallida idea né di quale sia stata la sua prima parola né di quanto fosse alta a tre anni!
La stessa cosa, ovviamente, vale anche per Luca, per il quale indicare "patate" come prima parola da lui pronunciata ha più il sapore di leggenda metropolitana che la consistenza di un fatto realmente accaduto e memorizzato nel mio data base.
La cosa comica (o tragica, fate voi!) è che il marito, fiducioso pienamente nella mia memoria di madre attenta e premurosa o semplicemente furbo, per togliersi dall'impiccio di dover rispondere a domande anche per lui ostili, ha espressamente detto a Sara di chiedere a me, poiché avrei certamente saputo darle risposte precise e certe.
Vi lascio immaginare il mio atteggiamento colpevole nel dover dire a mia figlia che ricordo la volta in cui gettò nel water Jessie o in cui nascose tutte le arance nella nicchia tra il forno e il muro della cucina ma non ho la più pallida idea di quale fosse il suo peso a due o tre anni! 
Per fortuna, grazie a un lavoro di squadra, abbiamo recuperato nella memoria Minnie come il primo peluche preferito,  rimpiazzato poi dalla piccola Sky, elefantino rosa che ormai da qualche anno la accompagna in ogni momento importante, come dormire, andare in bagno, in viaggio e in trasferta.
Spero che un giorno possa perdonarmi rileggendosi in queste pagine che hanno parlato di lei, hanno riso con lei e  hanno pianto per lei e che sebbene non saranno in grado di ricostruire nei dettagli il suo identikit e il suo bilancio di salute, potranno aiutarla a ritrovare momenti e ricordi della sua crescita.
Voi che dite, le basterà per ricostruire la linea del tempo?

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