La "E" con quattro braccia

Sarà per l'approssimarsi della festa di Halloween, ma il mostro quarantenne che si è impossessato di Luca in questi giorni lotta continuamente per uscire allo scoperto, alla ricerca forse di un dolcetto o rassegnato a ricevere uno scherzetto.
Si tratta, come sapete bene, di un mostro poliedrico: linguista, scienziato, filosofo, giurista al servizio dei bambini, paroliere, cantastorie, esperto di psicologia infantile....
Il mostro linguista si diletta come sempre a coniare neologismi che lo salvino da situazioni scomode a da probabili rimproveri e punizioni.
Qualche sera fa, ad esempio, era in preda ad una crisi di nervi, dovuta senz'altro a stanchezza di bimbo che, credendosi adulto, rifiuta costantemente il riposino pomeridiano. Mosso da questa energia negativa, si è rivolto a suo padre con un epiteto poco carino che ha provocato subito la reazione di mio marito il quale, cercando di mantenere la calma, gli ha chiesto: «Come hai detto? Come mi hai chiamato?».  Il mostro ribelle, allora, dopo un rapido calcolo dei probabili rischi connessi a quella parola sfuggita dalle sue labbra, ha risposto, con freddezza e convinzione: «Noooooo....che hai capito!!!!? Ho detto "pupido", da "pupazzo".... che vuol dire "piccolo pupo"».
Senza fiato mi rendo conto che adesso il linguista non si limita più a coniare termini, ma cerca pure di darne una giustificazione etimologica!
Tralasciando questo ... passiamo al mostro esperto di psicologia infantile, capace di interpretare e spiegare scientificamente ogni comportamento dei bambini, impedendo all'adulto qualsiasi forma di replica.
Anche in questo caso, le sue capacità oratorie lo aiutano a cavarsi fuori dagli impicci in maniera impeccabile. Ecco un episodio di  due giorni fa che può darvi una chiara dimostrazione di questa sua furbissima abilità.
Da quando è ricominciata la scuola, le maestre hanno iniziato a porre le basi della scrittura in funzione del passaggio, ormai prossimo, alla scuola primaria (!!??). Ogni attività, dunque, è corredata da esercizi di pregrafismo, attraverso i quali i bambini cominciano a rapportarsi gradualmente al mondo delle lettere e della scrittura.
L'impatto iniziale è stato un po' traumatico e accompagnato, come spesso accade, dal senso di inadeguatezza che spinge i bambini ad arrendersi con la comunissima frase: «Non ci riesco, è troppo difficile!».
Adesso, invece, Luca sembra abbastanza preso da queste nuove abilità che gli si stanno prospettando come potenziali armi future della sua già finissima mente diabolica. Per questo motivo, anche in seguito alla richiesta delle insegnanti di stimolarli anche nel contesto domestico, lo invito a lavorare un po' anche a casa e devo dire che la sua collaborazione è piuttosto soddisfacente.
Oltre al suo nome, che riesce a scrivere quasi correttamente sotto dettatura di ogni singola lettera, Luca è ormai in grado di riconoscere e riprodurre quasi fedelmente tutte le vocali. Dico "quasi" poichè, naturalmente, spesso sono leggermente più grandi del necessario (giusto dieci centimetri in più....) o un po' inclinate. La sua furbizia lo aiuta a trovare delle strade secondarie per raggiungere gli obiettivi più difficili. Fino a qualche giorno fa, ad esempio, trovava difficile scrivere la C, ma appena ha capito che somiglia ad una U "seduta" ha subito risolto il problema: ruotava il foglio di novanta gradi, scriveva la sua affezionata U e poi riportava il foglio alla posizione originaria, soddisfatto della sua C fasulla. Adesso ha capito il meccanismo e scrive la C senza bisogno di ricorrere a furbi stratagemmi.
Per concludere, vi racconto l'episodio a cui facevo riferimento prima, e come sempre riporto il nostro dialogo in forma diretta, raccomandandovi di sedervi prima di leggerlo.
Luca (dopo aver scritto le vocali su un foglio, indicando la E): «Mamma, questa cos'è?».
Io: «Dimmelo tu!».
Luca: «La E...vedi...con tre braccia. Ora però io ne faccio un altro così ne ha quattro!»
Io: «Ma no...scusa....hai detto che la E ne ha tre! Tu quante braccia hai, due? Se te ne facessi cinque che senso avrebbe?»
Luca: «Sì....però.....i bambini usano anche la fantasia!»


Ok....vada per la E con quattro braccia!

Commenti

  1. Eh certo ha ragione, pensa che Elena la scrive con due gambine ma ha 4 anni e incomincia i suoi primi scarabocchi!

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  2. oddio che dolce! io amo quando i bambini inventano e usano la fantasia.

    ps e non fate più i pupidi mi raccomando ;)

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