Ah il rientro a scuola!




Buonasera a tutti, genitori, alunni, insegnanti, collaboratori e dirigenti!
Come state? 
A giudicare dalla data indicata dal calendario dovreste essere tutti rientrati alle vostre attività lavorative. Quindi, a meno che non siate i tanti vacanzieri tardivi che amano godersi il riposo settembrino,   avrete certamente archiviato il capitolo "vacanze estive" per dare spazio ad un nuovo, entusiasmante e faticoso anno scolastico.  Con spirito di sacrificio e grande senso del dovere,  avete lasciato la spiaggia e il mare magnifico di settembre per entrare nelle caldissime e affollate classi in cui i pestiferi nuotatori e costruttori di castelli di sabbia si sono trasformati in sudatissimi e chiassosissimi studenti.
Per voi, e per tutti gli studenti, proporrei un attimo di silenzio.
Due attimi, ma anche due ore piene di silenzio per chiunque lavori nel settore dell'istruzione che nel mese di settembre più che al concetto di scuola rimanda  ad un'immagine simile a un fronte di guerra: la scuola dell'infanzia e, in particolar modo, le prime sezioni.
Per i non addetti ai lavori, provo a descrivere l'ecosistema  "scuola dell'infanzia" nel mese di settembre, tempo di rientri e, nel caso delle prime sezioni, di .... ..... INSERIMENTI (sottofondo thriller... grazie!).
I piccoli studenti che tornano a scuola a settembre possono essere suddivisi in tre grandi categorie:
A) i veterani, ovvero quelli che frequentano la scuola da uno o due anni e hanno metabolizzato la separazione dall'ambiente domestico e dai propri affetti, e hanno capito che recarsi a scuola ogni giorno può diventare  un'abitudine piacevole e, a tratti, anche molto divertente. Unico problema: la libertà assoluta, assaporata nei mesi estivi, ha offuscato nella loro memoria alcuni concetti basilari della convivenza con i coetanei, per cui i soggetti appartenenti alla categoria A si presentano sicuri di sé, sereni nell'affrontare la separazione ma anche molto, molto scatenati.
B) i semi-nuovi ovvero quei bambini che, a causa di febbri continue o malesseri legati alla separazione in sé, hanno frequentato poco nel precedente anno e che hanno approfittato dei mesi estivi per dimenticare del tutto l'ambiente scolastico, per riallacciare con svariati nodi il cordone ombelicale e assaporare coccole e braccia di nonni e genitori. Per questa categoria il rientro a scuola è spesso molto traumatico perché, pur ricordando il sapore amaro della separazione questi bambini hanno generalmente rimosso un aspetto fondamentale per la loro sopravvivenza in questo ambiente non-domestico: mi lasciano ma poi mi vengono a riprendere e stare qui non è poi così male. Risultato: la porta della scuola appare loro come il varco verso la disperazione, le maestre somigliano a mostri rapitori di cui i  genitori sembrano essere inspiegabilmente complici.
C) i nuovi, ovvero piccoli esseri umani di età variabile tra i due anni e mezzo e i tre, che in molti casi provano per la prima volta in assoluto la sensazione di essere lasciati in un posto non familiare. Per questi bambini la parola LASCIARE assume un significato DEFINITIVO che si traduce più nell'immagine di un ABBANDONO senza possibilità di riscatto di cui non riescono a trovare spiegazioni plausibili e soddisfacenti.
In questi ultimi due casi, la prima mezz'ora a scuola si traduce in: lacrime, strazio, singhiozzi, urla e varie ed eventuali di cui maestre e vari addetti ai lavori riempiono timpani, fazzoletti e indumenti nel tentativo di placare la (NORMALISSIMA e FISIOLOGICA) ansia del bambino cercando di dimostrarsi pazienti, amorevoli e accoglienti e, soprattutto, di far capire che possono fidarsi e affidarsi a loro senza remore. 
In questa prima fase, dunque, la parola d'ordine è, assolutamente, ACCOGLIERE, il che vuol dire comprendere l'ansia e lo stato d'animo dei bambini, mostrarsi pazienti e rispettosi dei tempi di ognuno di loro, dosare coccole e distacco in modo da abituarli a comprendere che in un contesto come la scuola bisogna condividere ogni cosa, comprese le braccia e gli sguardi della maestra.
In questa fase l'obiettivo principale è quello di favorire l'inserimento del bambino nello spazio e nell'ambiente della propria sezione, facendogli assaporare una sensazione di familiarità che lo faccia sentire quasi come a casa propria.
Raggiunto questo obiettivo,  si lavorerà sugli aspetti maggiormente legati alla scolarizzazione, come imparare a stare seduti, rispettare gli altri, (evitando, ad esempio, di tirare oggetti di varia natura e misura), acquisire e fare propri meccanismi basilari della comunicazione e della cooperazione su cui costruire, passo dopo passo, la grande tela dell'apprendimento.
Alla luce di queste considerazioni, auguro a tutte le coraggiosissime maestre di scuola dell'infanzia un buon inizio di anno, con la consapevolezza che settembre, per fortuna ha solo 30 giorni e che il peggio, forse, sta per passare!

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