L'amicizia a 39 anni (e mezzo...)
Oggi, ancora una volta, Facebook celebra la giornata degli amici e per quanto sia una mera trovata pubblicitaria del famosissimo social, ne voglio approfittare anche quest'anno per fermarmi un attimo a riflettere e raccontarvi cosa sia per me l'amicizia, in un'età non più adolescenziale.
Crescere significa senz'altro rimodulare molte convinzioni, ridisegnare le cose usando molte più sfumature, interpretare la realtà e le situazioni con una maturità che in certi casi semplifica mentre in altri, sicuramente, rende tutto molto complesso.
Ad oggi, direi che amicizia è molte cose, difficili da riassumere in poche battute.
Come sempre, però, provo a concentrarmi su alcune di queste.
Amicizia è, innanzitutto, benessere.
Trascorrere del tempo con un'amica spesso corrisponde a mesi di analisi, nella misura in cui raccontare e raccontarsi diventano un modo per comprendere e comprendersi, per sciogliere nodi o per affogare dispiaceri in una tazza di tè o in un barattolo di nutella. Ridere insieme appaga come o molto più di un massaggio shatsu, piangere insieme rende le lacrime meno salate e più facili da digerire.
E a proposito di lacrime, non posso negare che amicizia è anche sofferenza.
Litigare con un amico o, peggio, perderlo per strada senza neanche comprenderne i motivi, è pura sofferenza e il più delle volte, nella ricerca di risposte, di motivazioni, non si fa altro che moltiplicare le domande e acuire il bruciore delle ferite. La distanza diventa poi un'arma a doppio taglio: aiuta a riflettere con distacco sempre maggiore su quello che ha comportato la rottura del rapporto, ma aumenta il rammarico per lo spazio abissale che il tempo ha messo in mezzo a un legame che era sembrato indissolubile.
Ma amicizia è anche memoria condivisa di momenti, di vissuti. Allontanarsi non vuol dire, mai, dimenticare.
Non si possono dimenticare le lacrime versate insieme in momenti che sembravano impossibili da superare, non si possono dimenticare le battute rubate dalla mente dell'altro o addirittura pronunciate all'unisono.
Non si può dimenticare la presenza, la corsa ad ogni chiamata per affrontare, insieme, una nuova emergenza. Non si può dimenticare un'amica che riempie il vuoto sociale in cui a volte può trovarsi una neo mamma, o la disponibilità a occuparsi dei tuoi bimbi anche a costo di raccontare infinite volte la stessa storia. Non si possono dimenticare le scorte di cibo e conserve portate per affrontare lunghi periodi di forzata assenza da casa.
A volte la vita comporta preoccupanti amnesie su quanto di importante e di bello ha reso un'amicizia davvero preziosa. Ma se guardiamo a fondo dentro di noi troveremo dei segni di questo spazio condiviso che sembrano disegnare una mappa strappata di un percorso incompleto. Bisogna solo ritrovare la parte mancante.
E si può, ve lo assicuro, perché l'ho imparato bene a mie spese e, per fortuna, a mio guadagno.
Amicizia, infatti è anche seconde possibilità (ma anche terze, quarte...).
Il
legame di amicizia, quello vero, senza ombra alcuna di retorica, ha
diritto sempre a una possibilità in più perché si crea, anche se non
sempre ne siamo consapevoli, uno spazio speciale in cui, almeno io,
conservo sempre la chiave per riaprire vecchie porte che sembravano
sbarrate.
E il mio augurio per tutti (per me prima di tutto) è che questa chiave possa essere sempre a portata di mano quando voi, o gli eventi della vita, vi daranno la possibilità di riaprire quella porta.
Buona giornata dell'amicizia a tutti ma, soprattutto, ai miei AMICI.
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