Loro, giovanissimi di oggi
Come sapete, ogni mia promessa è un debito.
Per questo, come promesso ieri, proverò a parlarvi dei nostri ragazzi.
Per questo, come promesso ieri, proverò a parlarvi dei nostri ragazzi.
Dopo un anno di persecuzioni e stalking di varia natura da parte dei nostri cari amici, abbiamo ceduto alla richiesta di ritornare attivi in parrocchia, a sostegno della nostra cara A. C.
Ci è stato quindi assegnato un gruppo di ragazzi di 14 anni, appena usciti dalle medie e quindi, come potete bene immaginare, in piena, assoluta, complicatissima, adolescenza.
A questo punto potrebbero scatenarsi per noi applausi, pacche sulle spalle, sguardi ammirati o di compassione, sorrisi di approvazione.
Perchè ci vuole un grande, smisurato, coraggio.
Non più bambini e non ancora adulti, sono in quel momento della loro vita in cui l'infanzia, ancora dietro l'angolo, viene rinnegata come peste bubbonica, e l'adulto, specie quello più prossimo, è il nemico obsoleto da combattere.
Per fortuna, noi per loro non siamo adulti abbastanza da rappresentare il fronte avversario, ciò vuol dire che, pur riconoscendo la distanza che ci separa, accettano di mangiare una pizza con noi, piuttosto che con quegli antichi dei loro genitori.
Io e Samuele, come educatori, siamo perfettamente compatibili, assimilabili alla classica coppia delle fiction poliziesche: ispettore buono e burlone lui, sergente di ferro che riporta all'ordine tutti (marito compreso) io.
Ruolo difficile, senz'altro, ma non impossibile come si vorrebbe fare credere.
Perchè, sappiatelo, i ragazzi di oggi, come quelli di sempre, non sono nè difficili, nè apatici, nè, tantomeno, vuoti.
Anzi.
Sono talmente pieni di risorse, talenti, esigenze che non tutti ne sanno cogliere la meravigliosa complessità, che spaventa perchè ancora vaga alla ricerca di una precisa direzione.
Ed è una complessità che rende ognuno di loro unico e preziosissimo.
Provo a raccontarveli, questi talenti, sperando di fornirvi strumenti per leggere i vostri adolescenti.
Parto da Danilo, il burlone della compagnia (spalla delle battute dell'ispettore buono), sempre disponibile ad esserci, tranne in casi di etrema necessità.
A lui collego, in immediato, Alessio, finto distaccato e disinteressato, con l'aria di chi prende sempre per i fondelli ma poi riesce a cogliere in ogni discussione i lati più profondi.
Se penso alla dolcezza e alla bontà d'animo, invece, mi viene subito in mente Angelo, che nonostante i mille impegni cerca sempre uno spazio da dedicare al gruppo, anche grazie alla cugina che lo aggiorna sempre e riesce a tenerlo comunque legato a noi.
Lei è Flavia, piccola grande adulta, che ha un rapporto molto esclusivo con i libri di scuola, determinata a fare dell'istruzione un punto di forza per il suo futuro. Leggermente ansiosa, non si rende conto della grandezza d'animo che possiede.
Ma l'ansia, a quanto pare, non è prerogativa esclusiva di Flavia.
La prima a seguirla in questa direzione è la dolcissima Enrica, timida e riservata, ma pronta a mettersi in gioco e ad aprire il proprio cuore agli altri.
Così come Giulia, studiosa e tendente al bilinguismo, che addirittura si difinisce una "ragazza ansia e sapone", anche se non si direbbe proprio, a vederla recitare in sketch esilaranti, insieme al suo compare Francesco.
Su di lui si potrebbe scrivere un capitolo intero: appassionato di cucina, usa familiari e amici come cavie dei suoi esperimenti culinari (a parte me, visto che ancora non è riuscito a sperimentare un dolce decente senza latticini); deciso a diventare un grande cuoco, non disdegna però neanche il palcoscenico, dove mostra di sentirsi particolarmente a proprio agio e dove ci auguriamo di vederlo sempre presente e dinamico come in questi giorni.
Al gruppo sono riusciti a trascinare una loro compagna di classe, Alice, che dopo aver dimostrato distacco e timidezza per un tempo massimo di un minuto e mezzo, è riuscita a integrarsi alla perfezione in un terriotorio che le era assolutamente sconosciuto. Alterna momenti di ironia fintamente irriverente, a momenti di tenerezza assoluta.
Tenerezza e affettuosità che possiede anche Alessandra, che alterna lo studio con la passione per la danza, così come Miriam, discola e vivace, ma sempre presente e disponibile a dare il massimo.
Piena di sorprese e di risorse è Marta, che sotto una buccia di arancia, nasconde un succo altamente vitaminico: studia giapponese e suona, all'incirca, quattro strumenti musicali, di cui uno talmente innovativo e tecnologico che non saprei neanche spiegarvi come funziona.
Poi ci sono loro...
... gli indecisi... quelli che hanno un piede dentro e mille fuori, che non vengono al gruppo ma che, in qualche modo, ne fanno parte e ai quali, anche contro la loro volontà, non saremo certo disposti a rinunciare tanto facilmente.
Una è Chiara, adolescente che finge apatia e noia per la vita, ma che in realtà possiede un dono per noi irrinunciabile: frizzante come un bicchiere di Coca cola, quando ci onora della sua presenza, riesce a colorare le nostre discussioni di una freschezza e di un'allegria senza pari.
L'altro è Giuseppe, magistrale percussionista, timido e riservato nella vita, ma scatenato e appassionato quando suona la sua batteria.
Ognuno di loro, come avete letto, è incredibimente diverso da tutti gli altri, possiede personalità e carattere che, contro ogni aspettativa, hanno già una grande forza e un'invidiabile determinazione.
Loro sono pieni.
Adesso tocca al mondo impedire che vengano svuotati.
Commenti
Posta un commento