I poteri del make up

In foto: la mia indispensabile compagna, la trousse di Deborah

Buongiorno, come state? 
O forse dovrei chiedervi: come vi trovano gli altri?
Sono tutti concordi nello stabilire il vostro stato di salute? Sono coerenti nell'utilizzare i parametri di giudizio? 
Io, su questa coerenza, nutro notevoli dubbi.
Spesso la gente commenta, definisce, fa apprezzamenti giusto per mettere a frutto quel dono solo umano che è la parola (tanto sacrosanta quanto bistrattata).
Più volte mi sono sentita dire: "Ti trovo bene!" e questo, ovviamente, dovrebbe farmi sempre piacere, se capissi a quali criteri potrebbe essere riconducibile il concetto di bene.
Tradotto nei vari codici popolari, infatti, bene può volere significare di tutto:

a) hai messo qualche chilo, quindi non sembri più a un passo dal ricovero;
b) hai messo "vari" chili che ti regalano l'aspetto salutare e roseo della donna che gode di sana e robusta costituzione;
c) sei dimagrita parecchio, finalmente, potevi pensarci prima;
d) sei molto magra rispetto al solito per cui, nel dubbio che tu stia male, per non offenderti preferisco sondare il terreno da lontano dicendoti che stai bene;
e) non ci vediamo da un secolo, non so cosa dirti, e quindi mi sparo una frase convenzionale a ca...so.

Riguardo al punto e il consiglio migliore, in assenza di idee, sarebbe quello di non dire assolutamente nulla!
In ogni caso, una cosa è certa: il make up esercita un potere che l'agopuntura, l'omeopatia e la medicina più avanzata non possono neanche minimamente eguagliare. Se poi il nome Deborah lo associate, oltre che ad una un'amica dalle abitudini ancestrali, anche ad una magnifica e fedelissima trousse, la magia è presto fatta!
Quei piccoli grandi gesti, specie se quotidiani, volti a eliminare o camuffare i segni di un malessere, di una nottata complicata o di un incedere rapido dell'età, hanno un che di miracoloso.
Gli occhi ben truccati allontanano l'attenzione e il sospetto da ogni occhiaia, ruga e sguardo allucinato; le guance rosee rimandano immediatamente alla sensazione di salute e sana costituzione; le labbra ridefinte riescono magicamente a velare le espressioni di stanchezza e sofferenza.
La mia non è una pura e semplice teoria, ma una certezza scientificamente provata. Da quando mi sono imposta di rinunciare a tutto ma non al mio fedele make up quotidiano, la magia si è compiuta: la mitica frase "Ti trovo bene" giunge da ogni dove e poco importa se quel bene corrisponde o meno a un benesere fisico. Di certo corrisponde a una decisione importante: stare bene con se stessi per poter proiettare una buona immagine all'esterno.
E, diciamolo pure, per evitare di fuggire di fronte a tutti gli specchi per la paura di ricevere insulti e sguardi di disprezzo dalla propria immagine riflessa!
Non posso concludere senza però fare riferimento a un'altra grande cura rigenerante: i complimenti dei miei figli, o il loro tentativo, non sempre riuscitissimo, di valorizzarmi.
Sostenitori indefessi della famosa teoria secondo cui "Son tutte belle le mamme del mondo", quando non riescono a trovare appigli reali e concreti su cui saldare un complimento, se ne escono con l'ambigua, ma tenerissima frase: "Mamma, per noi sei bella così come sei!", lasciando una voragine nel mio cervello che si affanna a  cercare le immagini da associare a quel come sei.
Difficili da riportare le espressioni mimiche del piccolo gentleman in crescita, che prova con le parole a nascondere il disgusto ma, nella sua spontaneità, non riesce a controllare il giudizio non verbale. Per non parlare dei momenti in cui non riesce a trattenersi e, pur di non offendermi, mi dice ad esempio che io non sono bassa ma solo diversamente alta, o che io non sono bella, sono mamma.
La piccola, invece, di solito riesce ad essere più delicata, gentile e profondamente romantica. Non passa un giorno senza che mi dica che sono bellissima, la mamma più bella di tutte.
Anche lei però, beata innocenza, non sempre riesce a trattenersi.
Ieri sera, ad esempio, i miei capelli, freschi di shampoo e piega casalinga, avevano subito un duro contraccolpo a causa della fascia stretta in testa allo scopo di alleviare una delle mie simpaticissime emicranie. Sentendomi fare commenti delusi sull'inevitabile decadimento del ciuffo e dell'intera piega ha detto, con grande tatto e delicatezza: 
«Non è vero! Sono bellissimi ...
... da dietro!».
Beh, almeno ci ha provato!

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