Quel fortissimo desiderio di viaggiare

Buona domenica a tutti!
Sarà per un'associazione diretta tra il concetto di vacanza e quello di viaggio, sarà per la stanchezza di un intero anno scolastico e lavorativo, ma oggi mi sono svegliata con un incredibile desiderio di viaggiare.
I social non fanno che alimentare questo desiderio, con foto di luoghi meravigliosi e con  proposte di itinerari magnifici e pieni di sogni da realizzare (per non parlare di un certo amico che avendo un'agenzia di viaggi mi manda itinerari fantastici costantemente, cercando di farmi cedere alla tentazione di prenotarne qualcuno!).
Altro cibo che continua ad alimentare il mio desiderio è quel certo viaggio-regalo che abbiamo nel cassetto  e che ancora, però, dovrà aspettare un bel po' prima di concretizzarsi, per varie ed eventuali di cui la nostra famiglia abbonda sempre.
Il desiderio di viaggiare credo sia universale, fatico a credere che ci sia qualcuno che non ami farlo. Ognuno può essere poi spinto da motivazioni diverse: evadere dal proprio contesto per riposare la mente e il cuore da stress ed emozioni non sempre positive, rigenerarsi vedendo cose nuove e belle, scoprire nuovi modi di mangiare, bere, costruire e valorizzare gli spazi naturali e artificiali, ricordarsi che il mondo è vario, e che diverso può significare bello.
Quando ero bambina, la nostra meta principale era sempre la splendida Verona, che per noi rappresentava il sinonimo di vacanza, ma anche di famiglia, zii, nonni, cugini.
La cosa che rendeva il viaggio particolarmente stimolante era senza dubbio il fatto che si svolgesse in macchina e quindi ci permetteva di attraversare quasi tutta l'Italia, di vedere quanto cambiasse da una regione all'altra, nella vegetazine ma anche nelle costruzioni. Era un po' come entrare in un libro di geografia ma senza annoiarsi e confondere una regione con l'altra.
Il tempo trascorso in macchina non era mai troppo, perchè ogni cosa per noi si trasformava in un gioco entusiasmante:  fare la gara   a chi contasse più macchine o più campanili in lontananza, trasformare l'abitacolo in una mini casa per noi e per i piccoli giochi che ci portavamo dietro, simulare bisogni fisiologici per poterci fermare ad ogni Autogrill che per noi era una specie di parco-giochi (anche per mio padre, in realtà, che non mancava di combinare disastri anche in giro per l'Italia!).
Da Verona, in cui trovavamo nonni ansiosi di constatare quanto fossimo cresciuti, e cuginetti che non vedevano l'ora di giocare con noi, ci spostavamo sempre nei dintorni, godendo delle meraviglie del lago di Garda ma anche delle zone di montagna.
Da quando sono diventata mamma il viaggio è diventato probabilmente più faticoso ma anche più entusiasmante: vedere nuovi posti e leggere la meraviglia negli occhi dei bambini amplifica notevolmente le mie emozioni che si rinnovano tramite loro anche quando rivedo posti che per me sono molto familiari.
Lo scorso anno, ad esempio, sono tornata a Verona dopo tanti anni, e per la prima volta insieme ai miei figli che sgranavano gli occhi ad ogni cosa nuova di cui avevano sempre sentito racconti miei e dei miei genitori.
La mia emozione è stata fortissima, tutto mi sembrava incredibilmente familiare ma anche meravigliosamente nuovo.
Ma se questo serve a stimolare il vostro appetito... magari nei prossimi post potrei raccontarvi il nostro viaggio...
Che ne dite?

Commenti

  1. Aspettiamo i tuoi racconti di viaggi magari uno dei luoghi che propone quel tuo Amico/Compare Fratello (quasi).

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