Corsi, ricorsi e percorsi, ovvero come ripartire con un avventura ... Gioiosa!



La vita è fatta di corsi e ricorsi, alcuni scontati, altri prevedibili, altri ancora quasi improbabili.
Ciò che è certo,  è che in mezzo c'è un numero indefinito di percorsi, più o meno lunghi e tortuosi, a volte molto faticosi ma di sicuro sempre in grado di lasciare segni e impronte che formano e cuciono addosso ad ognuno di noi un abito umano e professionale che trova ricchezza in ogni nuova esperienza. Spesso questo abito subisce degli strappi, altre volte delle vere e proprie lacerazioni, ma la vera sfida non sta nel mantenerlo lindo e intatto, bensì nel saperlo rimettere in sesto dando ad ogni nuova cucitura il sapore di una medaglia al valore per essere sopravvissuti, ancora, ad una nuova battaglia.
E a proposito di ricorsi, eccomi qui a raccontarvi di una nuova rotonda che sulla mia strada mi ha riportato laddove qualche anno fa avevo messo un punto, che pensavo fosse assolutamente fermo e definitivo.
Come ho capito negli ultimi anni e in particolar modo negli ultimi mesi (sarà la maturità, sarà l'incombenza dei quaranta..) ogni punto può trasformasi anche in maniera del tutto imprevedibile e improbabile in puntini di sospensione che anziché chiudere muri aprono porte e creano ponti.
Dopo sei anni, infatti, il mio percorso mi ha  riportato alla scuola Gioiosa, la scuola dell'infanzia paritaria in cui è iniziata la mia esperienza professionale subito dopo la laurea e da cui ero uscita nel 2011 per varie ed eventuali, tra cui le due maternità ravvicinate che mi rendevano difficile se non impossibile conciliare famiglia e lavoro.
Nel mezzo, tante esperienze, alcune ricche e stimolanti, altre faticose e deludenti, hanno contribuito  ad alimentare la mia passione per l'educazione e a delineare bene la mia identità  professionale.
Oggi, molto più di sei anni fa, sono consapevole del contributo che il pedagogista può offrire alla scuola e sono assolutamente convinta che l'insegnamento e l'educazione debbano viaggiare insieme in piena sinergia.
In termini generali, il pedagogista offre una lente d'ingrandimento sui processi educativi, cercando di cogliere, insieme agli insegnanti e soprattutto insieme ai genitori e agli adulti che si occupano del bambino, eventuali nodi che abbiano reso il rapporto educativo intricato e ingarbugliato. Attraverso strategie pianificate in assoluta cooperazione con tutte le parti coinvolte, cerca quindi di contribuire perchè questi nodi vengano sciolti e affinchè eventuali lacune vengano colmate,  svolge un ruolo di mediazione tra docenti e genitori, ma anche tra genitori e figli. 
Nel caso specifico della scuola dell'infanzia, il pedagogista può accompagnare i genitori come gli insegnanti nel viaggio misterioso ed entusiasmante alla scoperta delle potenzialità del bambino, perché venga valorizzato nei suoi talenti emergenti e aiutato a superare gli ostacoli, perché impari che ad ogni problema c'è sempre una soluzione e che, laddove non dovessero bastare l'istinto e la predisposizione spontanea, l'impegno e la costanza contribuirebbero certamente al raggiungimento di buoni risultati. In una sola parola, tutto questo non è altro che educazione, ovvero quel processo maieutico attraverso il quale si cerca di fare uscire da ogni allievo ciò che già possiede per natura.
Io sono pronta.
E questo credo sia già un ottimo punto di partenza.
E voi?
Pronti a seguirmi in questa nuova avventura?

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