Kung Fu Panda 3: Po diventa maestro


Come promesso ieri, eccomi di nuovo qui, per continuare a parlarvi di questo terzo, formidabile, capitolo di Kung Fu Panda.
Difficile circoscrivere l'argomentazione ad un solo aspetto poichè, come vi accennavo, il film lancia un messaggio poiliedrico e tocca tanti argomenti molto importanti e degni di essere inseriti in un manuale di alta pedagogia. 
Difficile davvero pensare a come lo si sia potuto considerare nocivo e fuorviante per i bambini.
L'incontro col vero padre, ad esempio, è ricco di elementi che fanno riflettere e anche sorridere. 
Dopo l'iniziale incapacità di riconoscersi (buffa, parecchio buffa, essendo gli unici panda del gruppo!), gli sceneggiatori Jonathan Aibel e Glenn Berger sono riusciti a delineare perfettamente alcuni aspetti che rispecchiano fedelmente la realtà:
il magico potere della genetica, che spinge i due a fare le stesse cose, pur non essendosi mai conosciuti e induce  Po a dire: «Esci dalla mia testa, papà!» (per inciso, questo magico potere della genetica è riscontrabile anche in altri rapporti di parentela, tipo zio-nipote, ma questa è un'altra storia); l'aspetto ludico del rapporto padre-figlio e la leggerezza che i papà riescono a regalare ai propri figli riuscendo a far dimenticare, almeno per qualche istante, ogni problema e ogni preoccupazione (esilarante la scena in cui entrambi giocano, senza pudore e senza limiti alla fantasia, nella sacra Sala degli Eroi); gli errori di omissione e i falsi poteri che spesso un padre si attribuisce pur di fare sentire protetto il proprio figlio.
Ma l'argomento centrale, quello per cui vale davvero la pena andare al cinema a vederlo,  è la conversione di Po, da allievo a maestro
La nuova missione del Guerriero Dragone è quella di  sconfiggere il malefico Kay, reo di avere rubato a  tutti i più grandi maestri del Kung Fu il Chi, ovvero quell'«energia vitale che scorre in tutti i viventi» e che lo rende più forte e invincibile ogni volta che affronta un nuovo nemico.
Questa potenza può essere contrastata e fermata solo da un vero maestro del Chi e Oogway, ancora una volta, dal mondo degli spiriti, vede in Po l'unica possibile fonte di salvezza. 
Il panda, che con fatica (mentale e soprattutto fisica!) aveva finalmente imparato a essere un guerriero, un combattente, adesso deve rimettersi in discussione, destrutturarsi nuovamente per imparare a fare una delle cose  meno valorizzate ma più importanti per la crescita di ogni individuo e di un gruppo sociale che voglia definirsi civile: INSEGNARE.
Po si mette quindi in viaggio alla ricerca di se stesso,  della propria essenza, pensando che sia sufficiente imparare ad essere un panda, rinnegando tutto il proprio percorso e tutte le cose, giuste o sbagliate, che aveva fatto fino ad allora. 
Solo quando comprenderà che ogni aspetto di sè, ogni suo ruolo lo rende speciale perchè unico, allora riuscirà a inglobare tutta l'energia vitale che gli serve: 
«Sono un panda? Un insegnante? Il figlio di un'oca? Il figlio di un panda? Alla fine, sono tutti loro».
Da questa consapevolezza, nasce anche la capacità di comprendere la via giusta per diventare un vero maestro: 
«Non posso insegnarvi»
«Possiamo essere come te!»
«Non potete ... ma non dovete esserlo! Io non devo trasformare voi in me. Devo trasformare voi in voi! [...] La vostra forza sta nell'essere il miglior voi stessi che potete».
Da quel momento, Po riesce a far emergere da ognuno dei suoi allievi il proprio talento, le proprie capacità e insegna a ciascuno come valorizzarle e potenziarle.
Anni e anni di sperimentazioni e studi scientifici e un panda, in poche battute, riesce a spiegare cosa sia un insegnamento efficace e rispettoso della centralità dell'allievo, nonchè, passatemi il termine molto attuale, quanto incompreso, i suoi Bisogni Educativi Speciali.
A questo punto, onde evitare di svelarvi ogni singolo dettaglio, rinnovo il mio invito a fare esplodere le sale cinematografiche.
Noi, dal canto nostro, ci godiamo il piacevole ricordo di avere avuto, il 17 Marzo, un intero cinema tutto per noi quattro: comodi come a casa, liberi di commentare senza disturbare nessuno, e di scatenarci senza pudore durante la sigla finale!
Buona visione!

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