Dalla città alla campagna
I nostri bagagli.... |
Pensavate che fossi scomparsa? Credevate forse che avessi deciso di abbandonare il blog e voi senza spiegazioni? Oppure mi avete immaginato anche voi in vacanza, magari libera da ogni impegno e dedita solo al riposo e al divertimento?
Niente di tutto questo, e soprattutto non siamo proprio in "vacanza".......semplicemente, dopo aver passato quindici giorni a cercare di sopravvivere al
meglio ai 32 gradi del nostro
bollente appartamento, siamo riusciti a preparare bagagli e bagaglini e a trasferirci nella nostra casa di campagna, poco distante, in
realtà, ma capace di farci disintossicare dal cemento, dall’aria impossibile e
dai rumori di automobili, martelli pneumatici, e ... vicini di casa. Di questi,
forse, dovrei parlarvi più a fondo, ma mi rendo conto che l’argomento merita un
capitolo a parte. Posso solo dirvi, al momento, che il rumore di un martello
pneumatico in confronto somiglia a una sinfonia di Beethoven e che loro rappresentano la negazione
vivente della legge sulla privacy.
Assaporando
il pensiero di non doverli rivedere fino a settembre, provo a descrivervi il
salto di qualità e i vantaggi di questo cambiamento temporaneo di residenza attraverso i cinque sensi:
1) l’udito: parto da qui per completare il discorso che avevo già
iniziato. Non più urla e schiamazzi dei vicini (particolarmente frequenti,
intensi e “piacevoli” nelle ore destinate al riposo!!!) o rumori meccanici di vario tipo,
ma movimento di foglie e cinguettii
di uccellini apparentemente simili
tra loro, ma in realtà diversi per tonalità, volume e durata. Un orecchio
esperto certamente riuscirebbe a distinguerli tra loro, a interpretarli come il
linguaggio di ogni singola specie. Il nostro orecchio profano riesce a riconoscerne
solo qualcuno, come il “cra-cra”
della gazza ladra, simile al gracchiare
di una rana, o l’inconfondibile “ucuuuccu”
del cuculo, il cui nome è una trasposizione onomatopeica del verso stesso (in
dialetto, addirittura, il suono è identico, poiché “il cuculo” diventa “’u cuccu”).
A parte qualche sporadico rumore meccanico legato al lavoro dei contadini, o
alle poche automobili che attraversano queste strade, tutti questi suoni si
uniscono in una combinazione melodica che culla il nostro udito. È il rumore, piacevole e delizioso, del silenzio, bene raro e prezioso di
questi tempi.
2)
il gusto: i cibi acquistano un
sapore diverso e mangiare diventa ancora più piacevole. Forse perché l’aria più
sana stimola l’appetito, o perché una ciliegia si gusta meglio in una spaziosa
veranda immersa nel verde, piuttosto che tra le pareti anemiche di un
appartamento. O forse perché insieme alle ciliegie comprate in una bottega
possiamo gustare delle dolcissime
prugne appena raccolte dall’albero o condire i nostri piatti con limoni
freschissimi e non trattati...
3)
il tatto: provate a immaginare la
sensazione sulla pelle dell’aria pulita che la accarezza, sensazione diametralmente
opposta a quel fastidioso contatto con la polvere della città, con l’aria
impura e intrisa di smog. Diverso è anche il contatto della pianta dei piedi
con la terra o con l’erbetta che cresce al minimo goccio d’acqua, sfidando
l’arsura e il sole estivi, piuttosto che con l’asfalto cocente.
4)
l’olfatto: descrivere tutti i
profumi della campagna in poche righe sarebbe impossibile e anche molto
riduttivo. Di sicuro l’aria che si respira è più buona e non soffre degli
scarichi di macchine e motori. Ci sono poi alcuni aromi che inebriano e non
lasciano indifferenti: il profumo dolce del gelsomino, quello forte e acre
della citronella, o quello che emana la terra ogni volta che viene bagnata. Tra
tutti, però, quello che preferisco e che mi porta a ripetere respiri profondi
per catturarlo e riempire ogni angolo di me, è il profumo fresco e pungente dei
pini, particolarmente intenso e buono dopo le prime piogge di fine estate.
5)
la vista: si dice che anche l’occhio
vuole la sua parte, e in questo caso il guadagno e il sollievo sono notevoli. L’occhio
è senz’altro più stimolato perché al grigiore dell’asfalto e del cemento si
sostituisce una varietà cromatica incredibile e spettacolare. Ai colori piatti
e artificiali degli edifici cittadini si contrappongono quelli vivi e ricchi di
sfumature degli elementi naturali. Avete mai provato a contare quante tonalità
di verde esistono in natura? Lo scenario che mi si presta davanti in mi offre una chiara percezione di questa varietà; in uno stesso albero
o in una stessa pianta vi sono almeno tre diverse tonalità di verde, che poi variano da una pianta
all’altra, da una foglia all’altra, anche in funzione dell’esposizione al sole
e della sua posizione nel corso della giornata (credo di avere contato almeno venti sfumature diverse). La vista, inoltre, gode di un
colore che l’inverno e soprattutto l’appartamento avevano oscurato fino a farne
dimenticare gli effetti benefici sul corpo e sullo spirito: l’azzurro del cielo
che esalta e ravviva tutti gli altri colori.
Le immagini che seguono dovrebbero offrirvi una chiara percezione del passaggio dalla città.....
Vista dal balcone di casa 1 |
Vista dal balcone di casa 2 |
alla campagna....
Notate qualche differenza?
Che bello! Io fortunatamente abito un po' fuori città in una casa con il giardino e ti capisco bene. Quando vado a trovare mia madre che sta in un condominio di 90 appartamenti a fianco della circonvallazione mi sembra di soffocare... E comunque la campagna, quella vera, è sicuramente ancora meglio!
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