Libriamoci 2019, tra gli errori e i perchè del grande Rodari

Pur essendo una lettrice incallita, ho scoperto solo da poco che la parola "libro" viene anche utilizzata in botanica e in zoologia.
Il dizionario Treccani mi informa che per la botanica il libro è il «complesso di elementi istologici diversi che si trova nei fusti, nei rami e nelle radici delle piante vascolari; è caratterizzato dalla presenza di elementi conduttori vivi»;  in zoologia, invece, il termine indica «la terza cavità dello stomaco concamerato dei ruminanti, caratterizzata da pieghe longitudinali della mucosa che ricordano le pagine di un libro».
Queste due definizioni mi hanno affascinato parecchio, perchè mi piace pensare a un libro come ad un concentrato di elementi conduttori vivi, ma anche come a un organo deputato a trasformare qualcosa in nutrimento e a "digerire", rendendole più sopportabili, anche le esperienze di vita più difficili.
E per onorare ancora una volta il libro e cercare di trasmettere come possibile il mio amore per la lettura, oggi ho rivissuto ancora una volta la magica esperienza di Libriamoci in due classi di allegri e simpaticissimi bambini di terza elementare dell'Istituto Comprensivo Caruano di Vittoria.
Le insegnanti che hanno aderito all'iniziativa hanno scelto di sviluppare il tema “Gianni Rodari: il gioco delle parole, tra suoni e colori" per cui, in mezzo alla vastissima produzione del grande pedadogista e scrittore per l'infanzia, ho pensato di portare in classe due raccolte: Il libro degli errori e Il libro dei perchè, entrambi editi da Einaudi Ragazzi.
Prima di cominciare il viaggio tra le parole di Rodari siamo andati indietro con la memoria in cerca di errori linguistici divertenti e abbiamo scoperto, ad esempio,  che può esistere un crocifritto, senza dubbio crocchetta di patate a forma di X!
Abbiamo anche scoperto insieme cosa succederebbe alle parole se, all'improvviso, per una strana infezione contratta in Monzambico, dovessero sparire quattro delle cinque, preziosissime, vocali.
Con l'aiuto di Rodari, abbiamo poi compreso che nella lingua come in tutto il mondo ogni cosa, anche la più piccola e apparentemente inutile, è fondamentale e insostituibile.  Abbiamo imparato che La fuga di un'Acca  potrebbe causare un disastro notevole, come rendere inutilizzabile la chitarra o costringere il povero gallo a cantare cicciricì, e che Per colpa di un accento di troppo si potrebbe vanificare un'intera gara trasfomando l'agognata meta in una misera metà.
Abbiamo capito che «i grandi hanno ragione quando non hanno torto» e che «è vero che gli uomini sono di tanti colori [...] ma dentro sono uguali come tanti gemelli».
Alla fine ho chiesto ai miei nuovi amici di regalarmi un disegno, per conservare un ricordo di questa esperienza.
Molti hanno scelto di rappresentare la povera Acca fuggita dall'Italia, ma anche il cielo che, diventato maturo, crolla come una pera su un monte dalle neve verde con valli bianche e grano azzurro.
Due di loro hanno scelto, invece, di rappresentare me mentre leggevo vicino alla lavagna, rispetto alla quale, chissà perchè, mi hanno disegnata parecchio più alta.
Magari sarà stato merito della fantasia contagiosa di Rodari oppure, perchè no, avranno intuito in breve tempo che la lettura, quella buona, rende tutti, ma proprio tutti, davvero grandi.






Commenti

  1. Grazie per aver trasmesso ai nostri alunni, in modo divertente e appassionato, l'amore per la nostra bella lingua italiana!

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